Apprendiamo con
immenso piacere e orgoglio che le tradizioni pugliesi legate alle
celebrazioni di Ognissanti hanno una propria identità, a dispetto
della diffusione nel nostro paese di una festa di origine
anglosassone come quella di Halloween. Con questo incipit, non
intendiamo aprire un dibattito sull’esterofilia italiana e, in
particolare, su quella pugliese. Vorremmo piuttosto sottolineare
l’importanza di conoscere le tradizioni del nostro territorio.
Per
questo motivo, oggi vi portiamo alla scoperta di Orsara di Puglia, in provincia di
Foggia, un borgo di 2990 anime, collocato a 635 metri s.l.m., in
un’area nota come il Sub-appennino Dauno, una delle subregioni
della Puglia.
Appennino Dauno |
Qui possiamo scoprire che il rito di collocare sull’uscio delle case una
zucca illuminata da un cero non è soltanto un rito d’oltreoceano,
ma lo è anche di Orsara di Puglia. Anzi, c’è di più: qui, nella
notte tra l’1 e il 2 novembre, la notte di Ognissanti, durante una
celebrazione chiamata “Fuca
coste e cocce priatorije"
(Falò e teste del purgatorio), ha luogo una vera e propria gara per
premiare la zucca meglio decorata. Che non è quella di Jack, l’uomo
che aveva stabilito un patto col diavolo e che nella notte di
Halloween andava a caccia di un rifugio. In questo caso, la presenza
della zucca indicherebbe il rifiuto da parte degli abitanti ad
accogliere la sua infelice anima, mentre nel caso di Orsara, le
zucche accese aiuterebbero il defunto a ritrovare la casa in cui era
vissuto. Inoltre, ad Orsara di Puglia, durante tutta la notte del 1°
novembre, si propaga anche il crepitio delle ginestre utilizzate per
ardere i falò. Perché proprio la ginestra? Si tratta di un arbusto
che, una volta in fiamme, si volatilizza facilmente, rappresentando
il compimento del legame cielo-terra. Secondo la tradizione, dunque,
i defunti tornerebbero nella propria abitazione per trovare ristoro,
prima di continuare il loro peregrinaggio notturno.
Naturalmente
questa celebrazione ci offre la possibilità di visitare le bellezze
architettoniche e paesaggistiche di questo magnifico borgo della
Daunia finora poco esplorato. Per esempio, Orsara è nota per la
presenza dello splendido Complesso
Abbaziale dell’Angelo,
che in realtà consta di ben tre siti, ovvero la Grotta di San
Michele, La Chiesa dell’Annunziata e la Chiesa di San Pellegrino.
Situato nei pressi della caratteristica Piazzetta Mazzini e
facilmente raggiungibile a piedi, il Complesso Abbaziale conferma
ancora una volta quanto il culto di San Michele, risalente all’
VIII sec. d.C., sia fortemente radicato in questi luoghi, se si pensa
alla gran quantità di grotte presenti sul vicino Gargano, dove,
secondo la tradizione, il santo sarebbe apparso.
Passeggiando
su Corso Vittorio Emanuele, si puo scorgere a destra una chiesa, detta dei
Valdesi. Ad Orsara è presente una piccola comunità
valdese di circa 40 membri. Ma chi sono i valdesi? Innanzitutto,
spieghiamo da dove proviene questo nome. Pietro Valdo (XII-XIII sec.)
era un ricco mercante che rinunciò a tutti i suoi beni per dedicarsi
soltanto alla diffusione della Bibbia, che egli stesso fece tradurre
per “liberalizzarne” la lettura e la predicazione. In pratica, si
trattava di una forma di religione protestante, antecedente alla
riforma del 1513, che costò repressioni e persecuzioni a tutti i
suoi proseliti fino alla metà del XIX secolo. Infatti, solo il 17
febbraio 1848 il re Carlo Alberto riconobbe ai proseliti valdesi la
parità dei diritti civili e politici, mentre nel 1932 fu costruito
la suddetta chiesa dove ancora oggi i valdesi si riuniscono. Il 17
febbraio, in particolare, essi festeggiano il ricordo della
concessione del re, che rappresentò anche l’inizio della libertà
di culto valdese.
Come
vedete ogni luogo può narrare la
propria storia e far rivivere le proprie tradizioni, che molto spesso
riservano curiose sorprese. Quindi, il nostro invito è come sempre
quello di andare alla scoperta di questi luoghi che noi stessi di
tanto in tanto visitiamo, proprio per offrirvi nuovi spunti di
viaggio. Oltre ad Orsara, vi segnaliamo nella zona anche
la fortificata Ascoli Satriano con il suo Polo Museale e Bovino il borgo degli ottocento portali di pietra .
Apulia
Tour Guide
29/10/2013
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